Leica 19mm f/2.8 Elmarit-R II

R-19f28-c

Esistono 2 versioni di questa lente, entrambe sono progettate da Walter Mandler.

La prima versione ha un fascino molto particolare e una caratteristica distorsione Mustache( con le curve di un baffo) che la rende di difficile correzione.

Va molto bene su pellicola e dona un certo effetto “cinematografico” alle scene, specialmente in controluce, con uno sfuocato e un’aurea avvolgente, quasi come fossimo dentro ad un sogno.

La resa ai bordi della prima versione sul supporto a pellicola è più che soddisfacente ma purtroppo sui bordi di un sensore digitale full frame risulta un po’ morbida.

Leica rivisitò questa lente, un po’ troppo criticata per via della sua distorsione e anche per la generosa  dimensione della lente frontale e ne progettò una seconda versione che la superava un po’ in tutto… resa dei colori, microdettaglio, contrasto e soprattutto distorsione, era sparita quella incurvatura centrale ed era anche più compatta.

La seconda versione prodotta dal 1990 al 2009  conta un numero di 5900 unità e la rende abbastanza rara nella produzione Leica. Decisi di acquistarla dopo aver visto gli scatti di un fotografo americano che aveva fotografato i parchi naturali degli Stati Uniti perchè erano così ricchi di dettagli e così perfetti anche sui bordi da far impallidire anche gli ultragrandangolari moderni.

La lente è anche dotata di un filtro rotante incastonato nello schema ottico che da la possibilità di aggiungere dei filtri colorati , utile magari per chi vuole scattare un rullino a pellicola in bianco e nero e sfruttare questa caratteristica… per chi scatta con pellicole a colori diventa inutile.

La prova sul campo con SL2

Leica  SL2 , adattatore e profilo R caricato … il risultato è davvero notevole…

apro una parentesi sulla SL2 …la cosa che mi ha fatto preferire questa alla panasonic S1R è stata la possibilità di continuare ad usare i file raw con estensione DNG che si lavorano anche con un pc non proprio recentissimo, senza particolari problemi… pensavo davvero che il pc si sdraiasse e chiedesse pietà invece se li digerisce proprio bene questi 47 mp… poi il vantaggio di riconoscere i profili delle lenti Leica R, M è una impagabile comodità.

Non avevo mai montato la lente in questione su una full frame digitale e mi sono accorto  che negli angoli molto estremi vignetta bruscamente. Questo particolare a dire il vero non si notava molto su pellicola, probabilmente perchè i telaietti della scansione o lo stesso scanner finiscono per togliere qualche millimetro all’immagine. Sul sensore della SL2 il problema che avevo erroneamente attribuito al vistoso paraluce viene fuori in maniera evidente e devo dire che è di difficile correzione con i metodi tradizionali per la correzione della vignettatura. Unica soluzione che ho trovato è quella di scalare l’immagine di un 3/4 % eliminando totalmente l’angolo estremo e correggendo i leggeri residui con il correttore vignettatura, un po’ come fa la Q2 trasformando il 24 in un 28. In questo modo si finisce per avere un 20mm circa, davvero perfetto dal punto di vista della nitidezza estrema , perdendo così qualche grado dell’angolo di campo e circa 1mm di focale. Sacrificio accettabile…

E luce fu

Le gallerie antiaeree della SMI , costruite nel 1934 per proteggere gli operai della fabbrica dai bombardamenti… 3km di tunnel sulla montagna pistoiese a Campotizzoro. La SMI è stata la più grande fabbrica-città che produceva munizioni in tutta Europa fino al 1990 … pensate che riforniva tutte le truppe NATO nel continente, perfino le leggendarie pallottole full metal jacket venivano prodotte qui…. Anche il proiettile che uccise JFK era purtroppo prodotto dalla SMI che custodisce ancora il fucile dell’assassino del Presidente Kennedy perchè fu spedito per una perizia balistica e mai ritirato dalla CIA. …..anche questa una realtà italiana comprata dai tedeschi e smantellata dopo aver trasferito la produzione in Germania rendendo questo stabilimento un relitto in disfacimento costante….. sopravvive solo il museo grazie all’impegno di alcuni volontari….

In questi scatti ho usato la SL2  e il 19mm R v2 , iso da 200 a 1600, tempi da 1/4 sec a 2 secondi , mano libera tutto a F8 iperfocale (si mette diaframma 8 e il simbolo infinito sull’8 e siete a fuoco da 70cm a infinito).

Nelle gallerie, anche se sembra giorno, era buio pesto, con una illuminazione mista incandescenza/neon … credo che lo stabilizzatore sia veramente fondamentale in alcune situazioni e sia il vero passo avanti tecnologico che fa la differenza in questi ultimi 3/4 anni. Si riesce a scattare anche a 2 secondi a mano libera… che quando riguardavo gli scatti tra me e me mi pareva impossibile… SL2 davvero NO LIMITS

Le Crete senesi e il 19R v2

Ho portato l’accoppiata SL2 e 19mm R anche sulle colline della mia amata Toscana…. e qui se ne son viste delle belle…

La nitidezza, il microdettaglio, la saturazione dei colori, la corposità dei particolari ancora una volta superano ogni aspettativa . Siamo di fronte ad una lente con una resa semplicemente meravigliosa con dei colori vivaci ma non urlati come le recenti produzioni . Non la toglieresti mai…

una versione in bianco e nero che mi ricorda la resa della Monochrom che ho posseduto per un paio di anni. In realtà sulla monochrom montavo il Super Elmar 18 con buoni risultati. L’impressione è che il 19mm R v2 sui diaframmi che vanno da 5.6 a 8 sia ancora più nitido ai bordi e soprattutto al centro del cugino M da 18mm.L1010864-Modifica

infine uno scatto con la R8 e la pellicola Kodak color plus 200 dove si può notare il tallone d’Achille di questa lente nei controluce con la luce leggermente inclinata, il flare color magenta.

ScanImage19043

conclusioni

Se riuscite a trovare il 19 R versione 2 e avete una SL o una SL2 prendetelo senza troppi tentennamenti… sul mercato dell’usato conserva ancora delle quotazioni molto alte , dai 2000 euro in sù ma diventerete uno dei 5900 possessori di qualcosa di eterno…. perchè su queste lenti non c’è nulla di elettronico…. meno elettronica meno rischi di guasti…

Al di là di piccoli difettucci in parte correggibili o evitabili come la vignettatura sull’estremità degli angoli e i flare in controluce, questa lente ha una resa leggendaria che supera senza problemi il test dei 47mp.

Il fatto che sia una lente a fuoco manuale in realtà lo considero un vantaggio perchè una lente autofocus ultragrandangolare tende a lasciare fuori dalla zona a fuoco gli angoli basandosi prevalentemente sul centro della scena. Con l’ausilio del focus peaking invece si ha una messa a fuoco millimetrica sui primi piani fino agli angoli estremi che vengono evidenziati… non si può chiedere di meglio per queste focali.

 

Leica Elmarit-R 180mm F2.8 Prima Versione

Alcuni dati presi da Leica-Wiki

  • Order no. – 11919 . LLC – 187
  • Production era – 1966-1979 < 17,000 lenses
  • Variants – 1, 2 or 3-cam, ELC & ELW versions
  • Number of lenses /groups – 5 / 4
  • F stop range – f/2.8 – f/22
  • Closest focusing distance – 1.8 m / 5.91 ft
  • Smallest object field –
  • Diaphragm setting /type – 8-blade
  • Angle of view diagonal – 14 degrees
  • Filter type – Series VIII + 14165
  • Accessories – Filter-ring: 14165
  • Materials –
  • Dimensions (length x diameter) –
  • Weight – 1325 g /2.92 lb
  • Inscriptions – ELMARIT-R 1:2.8/180 LEITZ CANADA 2XXXXXX
    ELMARIT-R 1:2.8/180 LEITZ WETZLAR 2XXXXXX

180mm f/2.8 Elmarit-R  Serial Numbers

SN Start SN End Product Year Total
2161001 2161500 180mm f/2.8 Elmarit-R 1966 500
2226001 2226500 180mm f/2.8 Elmarit-R 1967 500
2247901 2249900 180mm f/2.8 Elmarit-R (ELW.2-cam) 1967 2000
2280851 2283350 180mm f/2.8 Elmarit-R 1968 2500
2354301 2356300 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1969 2000
2455501 2457500 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1970 2000
2498101 2499100 180mm f/2.8 Elmarit-R 1971 1000
2511601 2512600 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1972 1000
2542501 2543500 180mm f/2.8 Elmarit-R 1972 1000
2673201 2674200 180mm f/2.8 Elmarit-R (2-cam) 1974 1000
2698601 2699600 180mm f/2.8 Elmarit-R (2-cam) 1974 1000
2753051 2754050 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1975 1000
2838801 2839800 180mm f/2.8 Elmarit-R (ELW.3-cam) 1977 1000
2913101 2913600 180mm f/2.8 Elmarit-R 1978 500
TOTAL ASSIGNED SERIAL NUMBERS 1966-1978 17,000

Volevo un tele vintage per fotografare le colline toscane e fare qualche ritratto con la CL e la R8 ed ho acquistato un 180 R 2.8 3 camme del 1974, che credo non sia mai stato usato…

Forse chi l’aveva comprato l’aveva preso in mano la prima volta e dopo un’ora di uso un’ernia inguinale l’ha costretto a rimetterlo nel cassetto…. Non è il cugino militare APO , ma con il mirino elettronico della CL e le correzioni di Lightroom ,questo quarantenne devo dire che lavora sorprendentemente bene. Il peso non è indifferente ma per qualche uscita saltuaria con monopiede può dare grandi soddisfazioni. I DNG sono stati lavorati su lightroom. La CL col suo adattatore originale riconosce e associa il profilo delle lenti R con le correzioni di base. Nonostante tutto per gli scatti a F 2.8 sono intervenuto per togliere aberrazione e purple fringing che si manifestavano nelle zone di forte contrasto a TA, ed ho ricalcolato la maschera di contrasto . Creata la “formula di correzione” basta applicarla a tutte le foto e spariscono i difetti, questo fa capire quanto il digitale e i software di correzione delle lenti sono e saranno sempre più il campo di battaglia dei nuovi progettisti . Quasi tutti gli scatti a F2.8 , notare che su CL si parla di un 270mm equivalente dato che il sensore è un APS-C .

Secondo test.   I segreti del BOSCO.

Test Leica 180R montato con adattatore originale e riconoscimento del profilo lente su Leica CL.  Nel cuore dell’appennino pistoiese abbiamo percorso il sentiero CAI 136 che passa anche dal castello della Sambuca Pistoiese. Grazie all’eccellente mirino elettronico con ingrandimento 6x è possibile mettere a fuoco in maniera agevole, coadiuvati dal Focus Peaking che esalta i particolari a fuoco della ridotta profondità di campo quando lavorate alle massime aperture. Tutti gli scatti sono effettuati tra F2.8 e F3.2 , un click più chiuso. Posso dirvi che con i DNG prodotti dalla Leica e Lightroom potete annullare qualsiasi aberrazione, purple fringing , anche la più evidente. Il futuro delle lenti e della qualità dell’immagine passa anche dal software. Inutile negarlo. Se quasi un chilo di vetro e metallo non vi scomoda e sapete lavorare i file con lightroom o qualsiasi altro programma analogo, questa meraviglia vintage , con le moderne mirrorless, merita un’altra occasione. La morbidezza e la delicatezza con cui riproduce i colori e le sfumature, la sua luminosità è quasi fiabesca.

Terzo Test

Ecco a voi una prova sul campo utilizzando invece una meravigliosa  Leica T con innestato il Leica elmarit 180R  , ma dall’estetica talmente moderna che sembra progettata oggi…. la focale equivalente è 270mm su APS-C F2.8, DNG lavorati in lightroom per eliminare aberrazioni e purple fringing che abbondano è bene precisare per i meno esperti… una lente pesante (1325gr) con una resa particolare con uno sfuocato pastoso , una ottima risolvenza anche a tutta apertura ma con la assoluta necessità di lavorare il file come sopra e il digitale ci aiuta molto in questo… oggetto tutto metalllo e vetro in abbondanza e si sente… dopo un’ora comincia a indolenzirsi la mano… un abbinamento che comunica molto bene, c’è un certo feeling fra questi due oggetti, da una parte il sensore strepitoso della T che regge le botte di luce a tutta apertura molto molto bene, e i colori delicati della lente ma saturati dal processore d’immagine e dal sensore della T si sposano benissimo… se si pensa poi che questa accoppiata corpo – lente comprensiva di un anello adattatore non originale si trova sulle 900 euro direi che è un vero affare considerando che si tratta di materiale LEICA …. fra un po’ è la cifra che bisogna sborsare per comprarsi il mirino Leica 18mm …

Leica TL , piccola, scontrosa, sfiziosa.

Ieri mi è arrivata la Leica TL , che va a far compagnia alla Gloriosa M6 e alla sorella digitale Monochrom. Un ringraziamento allo staff di NOC Milano per la professionalità e la velocità con la quale hanno gestito la vendita e la spedizione dell’oggetto.

La versione TL , segue la versione T del 2014 , e ha fatto la sua comparsa ad inizio 2017 con un prezzo di listino di oltre 1600 euro solo corpo, una cifra forse un po’ troppo alta se si pensa alle prestazioni delle concorrenti , spesso superiori come dotazioni e con sensori aps-c da 20/24 megapixels,  in alcuni casi perfino stabilizzati .

Avendo la Monochrom l’ho acquistata per avere una macchina che scattasse sul formato digitale a colori con gli obiettivi Leica M , ma soprattutto per curiosità visto la particolarità dell’oggetto.

Questa macchina è infatti costruita in modo davvero originale, viene ricavata da un singolo blocco di alluminio e scavata tramite macchine a controllo numerico CNC .

 

L’altra particolarità è la lavorazione finale che nel caso della versione in alluminio non è altro che una levigatura a mano per ben 40 minuti per ogni esemplare prodotto.

Per i curiosi c’è un video che dura oltre 40 minuti in cui si mostra un addetto Leica che pazientemente si mette a lavorare questa carcassa di alluminio con lime e carta vetrata sotto ad un getto di acqua corrente… roba da non credere…

Tralasciando questi particolari davvero unici legati alla sua realizzazione ero curioso di vedere come si comportasse dal punto di vista della “qualità dell’immagine”  dal momento che l’avrei usata con gli obiettivi delle sorellone e non con gli obiettivi Autofocus della serie TL  dedicati.

Visto che gli obiettivi M che possiedo non hanno la codifica 6 Bit sulla baionetta ho ritenuto superfluo acquistare l’adattatore originale Leica dal costo forse un po’ esoso di 400 euro, ma ho optato per un banale anello di alluminio che costa 1/8 circa rinunciando alle informazioni sul diaframma in fase di scatto…. ma abituato alla pellicola non credo che ne sentirò la mancanza.

Il sensore che monta non è un full frame ma un Aps-c da 16 MP che conosco molto bene dal momento che viene montato anche sulla Nikon Coolpix A  , macchina che possiedo da 4 anni .

Il sensore CMOS senza filtro AA permette facilmente di recuperare le alte luci e ha un dettaglio e una resa eccellente fino a 3200 iso, 6400 usabili ma con qualche compromesso.

Cosa salterà fuori da un summicron 50 , noto per essere tra i migliori, se non il miglior 50 mm mai prodotto su un sensore che ne sfrutta solo la parte centrale, cioè la parte migliore? Ora, premetto che il summicron serie V  dal punto di vista della nitidezza è qualcosa di SPAZIALE , e merita di essere agganciato all’incredibile sensore senza matrice RGB della Monochrom, che è una delle poche Leica in grado di esaltarne le caratteristiche di microcrontasto e risolvenza senza che l’immagine sia compromessa dall’algoritmo di demosaicizzazione della matrice di Bayer del resto dei sensori in commercio.

Detto ciò passiamo alle immagini, tenendo presente che sono state realizzate sia col summicron 50 suddetto, sia con l’elmarit 28mm versione 4 pre asferico, lenti di una ventina di anni fa per intenderci….

Per prima cosa sono saltato in bici e mi sono diretto verso l’edificio diroccato vicino a casa mia dove vado a testare tutte le macchine,  gli obiettivi che possiedo appena mi passano per le mani.

La prima cosa che noto è la facilità con la quale si può sfruttare la messa a fuoco millimetrica del summicron che diventa un 75mm F2  (su pieno formato equivarrebbe ad un F3 come profondità di campo) , tramite il FOCUS AID , una funzione che si attiva tramite una delle due rotelle e permette di ingrandire il particolare X3 o X6 , stessa cosa per l’elmarit 28 che diventa uno strano 42mm F2.8 , una specie di tuttofare .

La qualità delle anteprime ai diaframmi più performanti mi lascia davvero sorpreso e decido di portarmela dietro anche la sera per un test a tutta apertura.

Con me avevo solo il summicron 50mm,  che la piccola mirrorless non riconosce come focale essendo senza anello adattatore e senza baionetta codificata , ma se ne frega e scatta come se nulla fosse.

Avendo impostato la modalità P con AUTOISO la TL si inserisce un tempo di sicurezza di 1/100 sec e varia gli iso in base alla luce della scena e quindi in base alla ghiera del diaframma sulla lente.

 

La prima cosa che noto è la meraviglia dello sfuocato che possiamo regolare a piacimento col fuori fuoco . Per chi viene dal mondo della pellicola o dalle reflex questi giochi di luce sono uno spettacolo che vale i soldi spesi per l’oggetto, punto e basta.

La resa agli alti iso è entusiasmante anche se il summicron a tutta apertura aiuta e parecchio visto che oltre a far entrare un sacco di luce, mantiene una nitidezza senza incertezze e SOPRATTUTTO perchè con il FOCUS AID si può mettere a fuoco con precisione il particolare voluto.

Un dubbio mi assale….. il futuro è mirrorless. Il sistema M vacilla…

Troppi vantaggi….

Adoro i colori di questa piccola meraviglia , mi ricordano la resa delle pellicole negative fuji  a colori …

Detto ciò mi piacerebbe capire cosa è passato nella mente al progettista del software che gestisce la TL quando non ha messo la possibilità di scattare solo in DNG… e difatti mi tocca tenermi i DNG e i Jpeg per ogni scatto.. il che non ha senso dal momento che la macchina si rallenta e non è un “fulmine di guerra” , diciamocelo…

Come non capisco perchè non si può disabilitare l’autopreview dopo lo scatto, o meglio continua a farti vedere la foto scattata anche se metti OFF alla preview….

Nonostante abbia installato l’ultima versione di firmware disponibile, la 2.2.

Bug noiosi che in 10 minuti uno sviluppatore di software risolve… assurdo..

Poi leggo che la TL2 ha la possibilità di scattare solo in DNG…. ma allora mi prendete per il c..  !

Insomma alla fine sopravviverò anche al complicatissimo Menù touchscreen e con un attenta lettura del manuale riuscirò anche a connetterla al mio smartphone e comandarla con la sua app android o alla rete WIFI di casa… forse… ma mi toccherà tenermi gli inutili file jpeg…. misteri Leica….. c’è poco da fare o si ama o si odia…..

Il test Continua… ho strapazzato la TL e il Summicron 50 versione V nella peggiore delle situazioni…poca luce ambiente… picchi di luce intensa e massima apertura….

Non vi nascondo che a tutta apertura è stata dura tenere a bada l’aberrazione cromatica e sopratturro il Purple fringing.   Appena trovata la combinazione giusta tra le impostazioni di lightroom sono riuscito a togliere praticamente tutti i problemi applicando un  Preset ad ogni foto scattata ad F2, con piccoli aggiustamenti…

Nei casi più estremi ho dovuto abbassare anche la saturazione allo slider del viola e del magenta… devo dire specialmente sul viola si registravano i maggiori problemi…. però che lente ragazzi e che colori!!!!